L’ennesimo caso di carrozzina danneggiata all’aeroporto di atterraggio riporta all’attenzione il persistere di alcune difficoltà che le persone in carrozzina riscontrano nel viaggiare in aereo Al netto della pandemia, che ha messo in stad-by buona parte delle nostre abitudini di mobilità, viaggiare in aereo è, al giorno d’oggi, pratica comunissima, normale, scontata. Basti pensare che nel 2018 il numero totale di passeggeri aerei a livello europeo ha raggiunto quasi 1 miliardo. Insomma, prendere un aereo è diventato quasi come prendere la macchina. Per molti, ma non per tutti. VIAGGIARE IN AEREO CON LA CARROZZINA Le persone con disabilità – viaggiatori che come tutti, ricordiamolo, si muniscono di titolo di viaggio al normale costo d’acquisto –, nel caso in cui si muovano con una carrozzina (peggio ancora se elettrica), sono costrette ad un iter lungo e laborioso, che inizia con la prenotazione del volo, continua con l’imbarco della sedia dalla quale smontare motore, batterie e parti potenzialmente esplosive, prosegue con il volo stesso, e si conclude con il recupero al nastro bagagli. Questo quando tutto fila liscio. Ma capita ancora che ci siano intoppi: che venga negato un imbarco della carrozzina per motivi di sicurezza o di spazio, che vengano richieste una montagna di informazioni, che non ci sia possibilità di imbarcare una persona con disabilità in aereo, che la carrozzina non arrivi a destinazione nelle stesse condizioni in cui era partita. L’ARRIVO CON CARROZZINA DISTRUTTA E’ di questi ultimi giorni un episodio che ha visto protagonista una giovane donna che, partita da Bari con una carrozzina elettrica per raggiungere Roma in aereo, ha vissuto quello che su Facebook ha raccontato come “il peggiori incubo”, arrivando a destinazione con la carrozzina gravemente danneggiata e quindi inutilizzabile. Il racconto su Facebook inizia con l’imbarco della carrozzina, che viene caricata in stiva come un bagaglio, come merce, nessuna attenzione verso una cosa SACRA: “Veniamo caricati quando e come decidono l’aeroporto e il vettore, ognuno con regole diverse, dobbiamo spiegare 100 volte che le carrozzine non sono bombe ad orologeria ma semplice carrozzine elettriche, difficilmente siamo chiamati passeggeri ma siamo sigle. Per l’esattezza io sono CHARLIE. Mio padre (o mia madre) si occupano di organizzare la carrozzina pronta per essere imbarcata, stacchiamo i contatti, imballiamo il joystick, facciamo vedere come sbloccare e bloccare i freni per muoverla a mano". L’amara sorpresa è all’arrivo all’aeroporto di destinazione: "(…) arrivo a Cagliari e mi ritrovo con una carrozzina completamente inutilizzabile, sono lontana da casa, non mi posso muovere e la mia carrozzina nuova (aprile 2021) per un banale volo aereo è distrutta. Le carrozzine non sono oggetti. È come se da ieri improvvisamente mi avessero tagliato le gambe e le braccia, senza avvertirmi, senza anestesia. È un dolore e una VIOLAZIONE dei propri diritti e del proprio corpo inimmaginabile". Seguirà una serie di mobilitazioni: dal presidente della Regine Puglia ai media, alla azienda produttrice della carrozzina che ha cercato di dare assistenza per poter mettere una pezza momentanea e limitare il danno. Ma intanto Anita ha dovuto affrontare un grave disservizio che l’ha privata del suo diritto di muoversi. GLI ALTRI PROBLEMI DEL VIAGGIARE IN AEREO Il recente caso di Anita non è isolato. Delle difficoltà che una persona che viaggia in carrozzina può dover affrontare nel semplicemente prendere un aereo, ci aveva raccontato l’influencer e viaggiatrice Giulia Lamarca in un articolo di un paio di anni fa, a quanto pare – ahinoi – ancora attuale. Anche Giulia denunciava la poca attenzione alla carrozzina: considerata un bagaglio speciale, molto spesso la sedia a rotelle è caricata in stiva senza alcuna cura, andando incontro a possibili danni che non solo possono limitare la vacanza, ma impedirla del tutto. Ma viaggiare in carrozzina non è solo questo: può anche dover significare accettare a pratiche umilianti: ci raccontava Giulia un episodio nel quale ha dovuto praticarsi un autocateterismo in un angolo dell'aereo perchè i bagni non sono accessibili per lei in quota. A VOLTE VA BENE, ALTRE MENO Anche le esperienze di un nostro lettore appassionato di viaggi ci confermano che l’imbarco aereo della carrozzina è spesso un terno al lotto. Il suo viaggio a Nizza del 2018 lo ricorda (anche) per una pioggia torrenziale durante la quale la sua carrozzina elettrica è rimasta sotto la pioggia durante le operazioni di imbarco. Ci raccontava così Mirko: “ Nonostante non sia la prima volta che viaggiamo in aereo ho dovuto fronteggiare un problema piuttosto grave. Il giorno della partenza Nizza era sotto un vero nubifragio, ma al momento di consegnare la mia sedia per l'imbarco nella stiva nessuno mi ha detto che sarebbe dovuta passare all'esterno per cui non mi ha neppure sfiorato il sospetto di doverla proteggere in qualche modo dalla pioggia. Il risultato è che è stata lasciata oltre mezz'ora sotto la pioggia battente assieme a tutte le altre valigie (che però sono stagne) e che all'arrivo a Napoli il cuscino e lo schienale erano completamente inzuppati. Non ho potuto sporgere reclamo perché il problema non compariva tra i danni codificati e neppure la mail che ho inviato successivamente alla compagnia aerea ha sortito alcun effetto. In compenso ho imparato che bisogna sempre portarsi un telo con cui coprire la sedia prima di consegnarla per l'imbarco, ricordando che avere sole alla partenza non garantisce che non piova alla destinazione. Fortunatamente le parti elettriche (che erano la mia prima preoccupazione) non hanno subito danni e il problema si è risolto in un paio di giorni “umidi” nonostante l'abbondante trattamento con l'asciugacapelli dell'albergo”. Era il 2018 e si spera che intanto le cose siano migliorate. Chissà. Sempre Mirko, in un altro viaggio, sperimenta in prima persona quanto anche queste operazioni spesso dipendano dalla professionalità e dalla formazione dei singoli addetti o compagnie: “(…) L'aereo della compagnia TAP non è molto grande e dal finestrino assisto con qualche patema ai brutali tentativi di far entrare la mia sedia nella stiva, fino alla necessità di smontare lo schienale e i braccioli. Fortunatamente il personale che riceve la sedia all'aeroporto di Lisbona non mostra alcuna incertezza e in pochi minuti rimonta i pezzi sciolti senza problemi”.
REGOLE E FORMAZIONE Professionalità e formazione, dunque. Due parole chiave che da sole potrebbero essere parte della risposta a questi problemi. Perché, lo ricordiamo, a livello formale alcune regole e tutele non mancano. Il regolamento (CE) n. 1107/2006 definisce i diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo. Attualmente le compagnie aeree sono tenute a trasportare due carrozzine per utente con disabilità, e non possono più rifiutare di trasportare una carrozzina in base alle sue dimensioni o al peso. Per quelle elettriche è necessario che le batterie siano con elettrolita solido e corredate di dichiarazione di conformità al viaggio aereo, e questo è comprensibile. Ma non è accettabile che uno strumento indispensabile come una sedia a rotelle venga trattato peggio di una vecchia borsa carica di vestiti. Per questo formazione e informazione del personale tanto di terra, quanto di volo, sulle caratteristiche e i diritti dei viaggiatori con disabilità sono non sono auspicabili, ma anche necessarie. Come pure una tutela certa in caso di danni. Solo allora potremo parlare di tornare a viaggiare in libertà, davvero per tutti. Potrebbe interessarti anche: Viaggi disabili: Visitare la Sicilia in carrozzina Viaggi disabili: visitare Puglia e Salento in carrozzina Viaggi disabili: Lisbona in carrozzina Redazione
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