Stato di New York, 6 agosto del 1890. Nella prigione di Auburn un secondino guarda l’orologio: sono le 5 del mattino ed è ora di svegliare il condannato. Il trentenne omicida William Kemmler si alza dalla brandina, si veste e recita qualche preghiera. È tranquillo, perché sa che sta per essere giustiziato con un metodo rapido e indolore, quello che in molti hanno definito un grande passo in avanti per la civiltà.
Le guardie gli rasano i capelli e lo scortano in un seminterrato, dove lo aspettano 25 testimoni fra medici e giornalisti. Al centro della stanza troneggia una sedia in legno di quercia collegata a un generatore di corrente alternata. William è calmo. Saluta tutti i presenti, si siede e chiede al direttore Charles Durston di non avere fretta, di prendersi tutto il tempo del mondo e di fare le cose per bene.
Ma c’è un problema. Durston lo fa alzare e, con un coltellino, gli taglia la camicia all’altezza della colonna vertebrale; un passaggio necessario per favorire l’applicazione dell’elettrodo inferiore. In totale ce ne sono due. L’altro va sulla testa, insieme a una spugna bagnata.
William si siede di nuovo e, mentre i secondini gli stringono le cinghie di cuoio attorno alle caviglie, ai polsi e all’addome, si rivolge ancora una volta a Durston.
Ora prenditi il tuo tempo e fallo bene. Non voglio correre rischi con questa cosa, lo sai
Il direttore annuisce e con estrema attenzione inizia a sistemare i due elettrodi sul condannato. Anche lui vuole evitare che qualcosa non vada per il verso giusto, perché la stampa è lì che osserva la prima esecuzione con la sedia elettrica.
Sono le 6 e 38 minuti. Dopo aver coperto il volto di William con un panno, Durston dice al boia di azionare il generatore.
Prima di scoprire il prosieguo della vicenda, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire perché Kemmler non fu giustiziato con l’allora più tradizionale impiccagione. Una piccola anticipazione, però, è d’obbligo. Un giornalista che assistette alla sua morte scrisse:
Probabilmente nessun assassino condannato nei tempi moderni è stato costretto a soffrire come ha sofferto Kemmler
Tutto ebbe inizio a Buffalo la sera del 7 agosto del 1881. L’operaio George Lemuel Smith, quasi sicuramente ubriaco, si introdusse nella centrale elettrica della Brush Electric Company e morì folgorato dopo aver toccato un generatore. La notizia dell’incidente fece il giro della città e il medico legale che si occupò dell’autopsia ne discusse con dei colleghi durante una conferenza.
A quella conferenza era presente un dentista, tale Alfred Southwick, che decise di approfondire l’argomento. Insieme al collega George Fell, studiò gli effetti della corrente elettrica sui cani randagi e giunse a una conclusione: la morte avveniva per un arresto cardiaco immediato, e tale scoperta poteva essere sfruttata per la creazione di un nuovo tipo di esecuzione. Fra il 1882 e il 1883, pubblicò le sue ricerche su diverse riviste scientifiche, ma solo nel 1886 la politica si mosse in suo favore
Sul finire dell’Ottocento, infatti, negli Stati Uniti, il classico cappio al collo si era trasformato in un metodo barbaro e impopolare, che molto spesso falliva e costringeva i criminali a penzolare agonizzando. Il neoeletto governatore dello stato di New York, il democratico David Hill, incaricò l’avvocato Elbridge Gerry di formare una commissione in grado di studiare un’alternativa più umana e civile. E fu così che tornò in auge l’intuizione di Southwick.
La Commissione Gerry vagliò a lungo l’idea della sedia elettrica, e nel 1888 la consigliò a Hill, che, con un disegno di legge del 4 giugno di quell’anno, la rese la nuova pena capitale dello stato.
In via generale si era capito come giustiziare i criminali, ma nello specifico mancavano ancora alcuni dettagli tecnici: la corrente da utilizzare, la durata della scossa e il voltaggio. Per rispondere a queste domande, Hill si affidò alla New York Medico-Legal Society, un comitato informale di medici e avvocati chiamati a perfezionare l’idea di Southwick.
Giunti a questo punto, la storia della sedia elettrica si mescola con la Guerra delle Correnti, combattuta fra la fazione di Thomas Edison, che sosteneva la corrente continua, e Nikola Tesla insieme a George Westinghouse, che sostenevano l’impiego della corrente alternata. Per farla breve le due fazioni si stavano contendendo il monopolio commerciale dell’illuminazione.
L’utilizzo della corrente continua richiedeva dei fili di rame molto spessi e tante centrali elettriche sparse per la città; la corrente alternata aveva costi più contenuti e poteva coprire aree maggiori senza ingombrare troppo il suolo urbano.
Edison giocò sporco e cercò in tutti i modi di dimostrare la pericolosità della corrente alternata, che, a causa dell’alto voltaggio, stava generando un numero crescente di morti accidentali. Anche l’ingegnere Harold Brown era dello stesso avviso e, il 5 giugno del 1888, scrisse quanto segue al New York Post:
“L’unica scusa per l’uso della fatale corrente alternata è che evita all’azienda che la gestisce di spendere una somma di denaro maggiore per i fili di rame più pesanti richiesti dai sistemi a incandescenza sicuri. Il pubblico deve sottoporsi al costante pericolo di morte improvvisa, affinché una società possa pagare un dividendo leggermente maggiore”.
Il dibattito si inasprì e i sostenitori di Westinghouse accusarono Brown di non essere abbastanza qualificato per giungere a determinate conclusioni, ma Edison fiutò l’opportunità di mettere in cattiva luce il rivale e prestò a Brown il suo laboratorio di West Orange, nel New Jersey, per condurre degli esperimenti.
Proprio come con Southwick anni prima, le cavie scelte furono dei cani randagi e i test ebbero così tanto successo che, il 30 luglio, Brown, sempre patrocinato da Edison, tenne una dimostrazione pubblica alla Colombia University. In quell’occasione fulminò con successo un cane di 34 chilogrammi con 300 volt di corrente alternata, dopo che, invece, era sopravvissuto a una scarica di corrente continua pari a 1000 volt.
Il capo della Medico-Legal Society, il neurologo Frederick Peterson, seppe degli esperimenti di Brown e lo ingaggiò come consulente per stabilire i parametri e le dinamiche ideali per il corretto utilizzo della sedia elettrica.
Da quel che si era capito fino a quel momento, la corrente alternata di Westinghouse era la più pericolosa e, di conseguenza, la più congeniale a un’esecuzione rapida e indolore; per tale motivo, Edison offrì di nuovo il suo supporto a Brown per far sì che la corrente del rivale venisse associata alla pena di morte.
Ripresero gli esperimenti e, a metà marzo del 1889, Brown riuscì a folgorare con successo animali di dimensioni maggiori a quelle di un essere umano, inclusi quattro vitelli e un cavallo.
Grazie ai suoi test, la Medico-Legal Society concluse che la sedia elettrica, il cui design definitivo fu opera di George Fell, il collega di Southwick ai tempi delle prime ricerche, avrebbe funzionato mediante due elettrodi, uno in testa e uno sulla colonna vertebrale, in grado di uccidere a colpo sicuro i condannati con una scarica di corrente alternata fra i 1000 e i 1500 volt.
Restava solo un ultimo problema da risolvere: lo stato di New York doveva procurarsi un generatore di Westinghouse, ma, com’è facile immaginare, l’imprenditore si rifiutò di fornirlo. Ancora una volta la Medico-Legal Society chiese aiuto a Brown, che, a sua volta aiutato da Edison, riuscì a scovare ed acquistare tre generatori di corrente alternata dismessi.
Tutto era pronto per passare dalla teoria alla pratica, ma serviva un criminale da giustiziare – in realtà, visto l’esito serviva più una cavia – e il malcapitato di turno si chiamava William Kemmler.
Kemmler era un venditore ambulante violento e alcolizzato e, la sera del 19 marzo del 1889, aveva ucciso a colpi di ascia sua moglie Tillie Ziegler. Fra il 10 e il 13 maggio fu giudicato colpevole di omicidio e condannato a morte per elettrocuzione, ma Westinghouse intervenne e assunse il noto avvocato William Bourke Cockran per rappresentarlo.
Il nuovo team della difesa chiese una revisione della sentenza e si appellò all’imprevedibilità della corrente elettrica, aggiungendo che il nuovo tipo di esecuzione appariva come una punizione barbara e crudele. Dinanzi ai giudici, Brown ed Edison confermarono l’alto tasso di fatalità della corrente alternata e ribadirono che il condannato sarebbe morto folgorato all’istante. L’appello fallì e la sentenza divenne esecutiva.
Adesso torniamo alla mattina del 6 agosto del 1890
Sono le 6 e 38 minuti. Il direttore Durston comanda al boia di azionare il generatore e, per 17 secondi, una scossa di corrente alternata da 1000 volt si abbatte su William. Fra i 25 testimoni ci sono due medici, Edward Spitzka e Carlos MacDonald, che si avvicinano al cadavere per constatarne il decesso.
Ma, in quel momento, William non è affatto un cadavere
Ha solo perso coscienza e, per lo stupore di tutti, dalla sua bocca si sente un rantolio sofferente. Spitzka ordina al boia di riattivare subito il generatore e una nuova scossa, questa volta di 2000 volt, inizia a martoriare il corpo del condannato. I vasi sanguigni sotto gli elettrodi si rompono, la pelle inizia a ustionarsi e l’odore di carne bruciata si diffonde per tutta la stanza.
Dopo un numero imprecisato di minuti – qualcuno dice due, altri anche quattro – il boia alza la leva e finalmente William Kemmler è morto. Fra chi ha assistito al macabro spettacolo c’è anche il vice coroner di New York, che all’uscita dalla prigione si intrattiene con un cronista del Times e afferma:
«Preferirei vedere dieci impiccagioni piuttosto che un’esecuzione come questa».
Sono le 6 e 51 minuti del 6 agosto del 1890: sugli Stati Uniti d’America è appena iniziata l’era della sedia elettrica, un’era che, purtroppo, non si è ancora conclusa.
THE STRANGE ORIGINS OF THE ELECTRIC CHAIR
William Kemmler: Things To Remember While Reading Excerpts From “far Worse Than Hanging”
E luce fu: successi e fallimenti di Thomas Edison – Focus
The First Execution by Electrocution in Electric Chair: Kemmler’s Death by Torture
Harold P. Brown – Wikipedia inglese
Thomas Edison non ha inventato la lampadina ma è stato uno dei più grandi inventori di tutti i tempi – National Georgapich
Laureato in Lettere Moderne all'Università degli studi di Salerno. Sono uno scrittore e un grande appassionato di letteratura, cinema e storia. Ho pubblicato un romanzo di narrativa, “Lo scrittore solitario”, e un saggio, “Woody Allen: un sadico commediografo”, entrambi acquistabili su Amazon. Gestisco la pagina Instagram @lo_scrittore_solitario_ dove pubblico post, curiosità su film e libri e ogni giorno carico un quiz sulla letteratura.
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