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Il giovane di 30 anni cammina e fa le scale grazie a elettrodi impiantati sul midollo spinale comandati da un tablet. «Mi alleno tutti i giorni, vado in canoa e sono sempre più autonomo»
Un anno fa la sua storia aveva fatto il giro del mondo: Michel Roccati , 31 anni di Torino, paralizzato dopo un incidente stradale in moto nel 2017, era tornato a camminare grazie ad elettrodi impiantati sul midollo spinale. Il device che lo aiuta nella sua vita di tutti i giorni è un progetto rivoluzionario dell’Istituto di Tecnologia di Losanna (Epfl), pioniere in questo genere di ricerche. Ora Michel, che ama presentarsi come «ragazzo cyborg» mostra con orgoglio il certificato che lo inserisce di diritto nel Guinness dei primati: nel mondo è lui la persona con paraplegia che ha percorso a piedi la distanza più lunga, 500 metri. «Il record è stato registrato l’anno scorso a Losanna - ricorda Michel -ma ora sono pronto a batterne un altro perché nel frattempo con l’allenamento ho raggiunto, anzi ho superato il chilometro camminando anche in modo più fluido e non più a scatti come all’inizio».
La tecnologia che Michel Roccati utilizza per camminare è stata sviluppata dal neuroscienziato Grégoire Courtin e dalla neurochirurga Jocelyne Bloch e utilizza la stimolazione elettrica per riattivare i neuroni spinali, inviando comandi ai muscoli delle gambe e del tronco. I segnali inviati dall’impianto sono guidati da un software di intelligenza artificiale che Michel attiva con un telecomando. «Gli impianti che collochiamo sotto le vertebre, a contatto col midollo spinale, sono in grado di modulare i neuroni che regolano l’attività di gruppi muscolari precisi» aveva spiegato Grégoire Courtine. «In tal modo è possibile attivare il midollo spinale come farebbe normalmente il cervello per stare in piedi, camminare, andare in bicicletta o nuotare».
Gli allenamenti verso l’autonomia
«Mi alleno tutti i giorni in garage, come se fossi un atleta. Accendo la stimolazione e mi concentro sulla qualità dei passi e la velocità . Oggi trascorro più tempo con lo stimolatore accesso rispetto a quello passato seduto in carrozzina e il mio obiettivo è abbandonarla e diventare sempre più autonomo » racconta Michel. Per raggiungere l’autonomia Michel si è davvero ingegnato con l’aiuto del padre e di alcuni fabbri per creare un marchingegno unico. Per camminare utilizza un «walker», un deambulatore sul quale ha fissato il tablet che gli permette di scegliere i diversi programmi disponibili : camminare, stare in piedi, scendere e salire le scale, usare il vogatore, fare cyclette, nuotare. «Con il tablet posso regolare l’intensità della contrazione muscolare e anche la velocità di camminata». Ma dove mettere la carrozzina quando viene utilizzato il deambulatore? Finora era stato necessario che qualcuno lo seguisse nei suoi spostamenti. Ora grazie a speciali agganci «fai da te» Michel ha collegato la carrozzina al «walker» così i due sistemi «viaggiano» sempre insieme. «In questo modo sono totalmente autonomo quando vado a fare le mie camminate sulle ciclabili e non ho bisogno per forza di assistenza per spostarmi da un device all’altro».
Anche con le scale il ragazzo cyborg ha fatto progressi . Qui utilizza le stampelle invece del walker e i pulsanti sono spostati sull’impugnatura. «Vivo in una casa su quattro piani, di sicuro mi sono allenato!» scherza. Ha scelto come sport di andare in kayak . «A Losanna mi hanno aiutato con un programma ad hoc e a trovare una seduta più comoda. A dispetto di quello che pensano in molti serve anche il sostegno delle gambe e dell’addome per andare in canoa! Di solito dopo la pagaiata mi “accendo” e faccio quattro passi lungo il Po».
Le conferenze in gito per l’Italia
La vita di Michel è cambiata da quando la sua storia con quella di altri due pazienti è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Medicine e poi ripresa dai media di tutto il mondo. «Sono stato contattato da moltissimi giornalisti, ma viaggio anche per conferenze a raccontare la mia esperienza. Credo molto nell’utilità di parlare con chi si è trovato in difficoltà come me, li capisco molto bene. Incontro persone che vorrebbero andare in Svizzera per il suicidio assistito, io voglio portare la speranza. So bene che la tecnologia rivoluzionaria che sto utilizzando non è per tutti, dipende da molti fattori. La mia lesione è risultata compatibile ed è iniziata l’avventura. Spero che sempre più persone verranno aiutate». I ricercatori infatti vogliono essere chiari: «Non è una cura per le lesioni spinali. Non ci sono miracoli e il riadattamento è un elemento importante», precisa Grégoire Courtine. Inoltre ci sono anche differenze a seconda del tipo di lesione, dell’età e della motivazione dei pazienti. Ma l’obiettivo resta poter estendere la tecnologia a più persone possibili. «Ad oggi a Losanna - precisa Grégoire Courtine- la camminata con elettrodi impiantati sul midollo spinale è stata testata su un totale di 18 pazienti, nove dei quali tetraplegici. Gli studi su larga scala inizieranno non appena avremo completato la tecnologia commerciale per questa applicazione».
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