I monopattini elettrici a noleggio condiviso si sono diffusi praticamente ovunque (solo a Milano ce ne sono quasi 6.000), specie tra l’utenza più giovane, perché sono pratici, economici ed ecologici. O, almeno, pensavamo che fossero anche ecologici ma diversi studi hanno dimostrato il contrario. Ok, inquinano decisamente meno rispetto a un’auto a benzina, e ci mancherebbe altro, ma rispetto ad altri veicoli green come le bici tradizionali, le e-bike e gli scooter elettrici hanno un impatto molto superiore in termini di emissioni di anidride carbonica.
Un recente articolo pubblicato su Wired UK ha citato infatti alcune ricerche secondo le quali i monopattini elettrici a noleggio non ridurrebbero, o comunque ridurrebbero assai poco, le emissioni di CO2 nelle città. Come mai? “È una questione complicata”, ha spiegato Juan Matute, vice-direttore dell’Institute of Transportation Studies della University of California, “noleggiare monopattini elettrici può effettivamente essere un metodo ecologico per spostarsi, ma dipende da come e dove vengono utilizzati”. Il fatto è che per valutare l’effettivo impatto ambientale dei monopattini occorrerebbe tener conto delle emissioni per l’intero ciclo di vita, considerando la produzione dei materiali e dei componenti che entrano in ogni dispositivo, il processo di fabbricazione, la spedizione al luogo di utilizzo, la raccolta, la ricarica e la ridistribuzione dei mezzi, oltre al loro smaltimento. Solo che se si prendono in considerazione tutti questi fattori il quadro che ne esce risulta desolante.
Diamo un po’ di numeri, sempre grazie ai dati riportati da Wired. Uno studio eseguito nel 2019 in Carolina del Nord ha calcolato che i monopattini condivisi producono 202 grammi di CO2 per passeggero nel corso di tutto il loro ciclo di vita. Pochi? Tanti? Ecco il confronto con altri mezzi ecologici: i motorini elettrici ne producono 119, le biciclette elettriche 40 e le bici tradizionali solo 8. Persino un autobus diesel con un numero elevato di passeggeri produce meno CO2 di un monopattino elettrico nell’intero ciclo vita, appena 82 grammi.
Certo, le emissioni prodotte dai monopattini elettrici sono inferiori a quelle di un’auto noleggiata con il car sharing (415 grammi), tuttavia tra quelle prese in esame solo il 34% delle corse in monopattino ha sostituito una corsa in auto, quindi il beneficio è risultato limitato. Al contrario quasi la metà delle corse in monopattino ha sostituito quelle meno impattanti in bicicletta o a piedi e l’11% quelle in autobus. Pertanto, a conti fatti, il noleggio dei monopattini elettrici ha aumentato le emissioni complessive dei trasporti.
Questo scenario è stato confermato da un altro studio condotto a Parigi nel 2020, secondo cui in un anno i monopattini condivisi hanno aggiunto 13.000 tonnellate di gas serra all’impronta ecologica della città, equivalenti alle emissioni annuali prodotte complessivamente da una città di piccole dimensioni. E all’inizio di quest’anno uno studio condotto dal Politecnico federale di Zurigo ha concluso che, in media, un monopattino in sharing genera 51 g di CO2 in più per ogni km rispetto al mezzo di trasporto che sostituisce.
Ma perché succede questo? Gli aspetti più critici riguardano la progettazione inefficiente e le modalità di utilizzo. Soprattutto agli albori del noleggio dei monopattini sono stati messi in circolazione veicoli molto scadenti che spesso sono durati solo pochi mesi e hanno richiesto un rapido rimpiazzo, con pesanti ricadute sulle emissioni di CO2 a causa del sovrabbondante smaltimento di telai e batterie. C’è poi da considerare che la gestione dei monopattini a noleggio in una città prevede l’uso frequente di mezzi come furgoncini o piccoli camion, spesso non ecologici, per il loro trasporto, ad esempio per ricaricarli o per ridistribuirli.
Tuttavia le società di noleggio possono adottare diverse contromisure per abbattere le emissioni dei monopattini in sharing, e alcune lo stanno già facendo. Ad esempio uno studio francese ha scoperto che usando veicoli elettrici per trasportare i monopattini e ottimizzando i percorsi, si potrebbero ridurre le emissioni di CO2 fino al 55%. Le aziende stanno anche aumentando la vita dei loro veicoli, optando per prodotti più robusti e durevoli: l’ultimo modello di monopattino realizzato da Lime, uno degli operatori più noti a livello internazionale, dovrebbe essere in grado percorrere circa 20.000 km nell’arco di almeno 5 anni, ma c’è la possibilità che superi addirittura questa soglia. Mentre Bird prevede che il suo nuovo modello di punta coprirà almeno 10.000 km nello stesso arco di tempo. Altre aziende, tra cui Voi, stanno introducendo batterie intercambiabili, riducendo così il numero di viaggi necessari per alimentare le flotte.
In conclusione risulta evidente che il settore stia evolvendo molto rapidamente e che le emissioni dei monopattini elettrici a noleggio miglioreranno, si spera, nel tempo. Però allo stesso tempo nelle grandi città come Parigi, New York e Londra, dove il trasporto pubblico è efficiente, si teme che i monopattini elettrici faranno fatica a imporsi come mezzo di trasporto più ecologico. C’è infatti il paradosso della forte presenza dei monopattini nei centri cittadini, dove c’è un elevato afflusso di persone, che però sono zone già ben servite dal trasporto pubblico. Mentre invece i monopattini elettrici in sharing sono poco presenti nelle periferie, perché per gli operatori non è vantaggioso dal punto di vista economico. Tuttavia se si riuscisse a portarli nei luoghi delle città dove attualmente circolano maggiormente le auto a benzina e diesel, i monopattini elettrici a noleggio potrebbero finalmente dimostrare la loro utilità ecologica.
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